Foto © Maurizio Greco
Premi
DAVID DI DONATELLO 2024
Miglior attore protagonista:
MICHELE RIONDINO
Miglior attore non protagonista:
ELIO GERMANO
Miglior canzone originale:
“La mia terra” musica, testi e interpretazione di DIODATO
NASTRI D’ARGENTO 2024
Miglior Esordio: Michele Riondino
Miglior Sceneggiatura: Maurizio Braucci
e Michele Riondino
Miglior Attore Protagonista:
Michele Riondino
Miglior Attore Non Protagonista:
Elio Germano
Miglior Canzone Originale: “La mia terra” musica, testi e interpretazione di Diodato
Premi per i Produttori
Cast Artistico
MICHELE RIONDINO
ELIO GERMANO
VANESSA SCALERA
DOMENICO FORTUNATO
GIANNI D’ADDARIO
MICHELE SINISI
FULVIO PEPE
MARINA LIMOSANI
EVA CELA
e con ANNA FERRUZZO
con la partecipazione di PAOLO PIEROBON
Cast Tecnico
REGIA Michele Riondino
SOGGETTO E SCENEGGIATURA
Maurizio Braucci e Michele Riondino
FOTOGRAFIA Claudio Cofrancesco
MONTAGGIO Julien Panzarasa
MUSICHE ORIGINALI Teho Teardo
CANZONE ORIGINALE “La mia terra” di DIODATO
SCENOGRAFIA Sabrina Balestra
COSTUMI Roberta Vecchi e Francesca Vecchi
TRUCCO Eva Nestori
ACCONCIATURE Claudia Pallotti
FONICO IN PRESA DIRETTA Denny De Angelis
AIUTO REGIA Saverio Di Biagio
CASTING Dario Ceruti U.I.D.C.
PRODUTTORE ESECUTIVO Valerio Palusci
PRODUTTORI DELEGATI Marco Camilli, Margherita Chiti, Luigi Pinto
PRODOTTO DA Carlo Degli Esposti e Nicola Serra
UNA PRODUZIONE Palomar, Bravo e Bim Distribuzione con Rai Cinema
IN CO-PRODUZIONE CON Paprika Films
Palazzina LAF
1997. Caterino, uomo semplice e rude è uno dei tanti operai che lavorano nel complesso industriale dell’Ilva di Taranto.
Vive in una masseria caduta in disgrazia per la troppa vicinanza al siderurgico e nella sua indolenza condivide con la sua giovanissima fidanzata il sogno di trasferirsi in città.
Quando i vertici aziendali decidono di utilizzarlo come spia per individuare i lavoratori di cui sarebbe bene liberarsi, Caterino comincia a pedinare i colleghi e a partecipare agli scioperi solo ed esclusivamente alla ricerca di motivazioni per denunciarli.
Ben presto, non comprendendone il degrado, chiede di essere collocato anche lui alla Palazzina LAF, dove alcuni dipendenti, per punizione, sono obbligati a restarvi privati delle loro consuete mansioni. Questi lavoratori non hanno altra attività se non quella di passare il tempo ingannandolo giocando a carte, pregando o allenarsi come fossero in palestra.
Caterino scoprirà sulla propria pelle che quello che sembra un paradiso, in realtà non è che una perversa strategia per piegare psicologicamente i lavoratori più scomodi, spingendoli alle dimissioni o al demansionamento. E che da quell’inferno per lui non c’è via di uscita.