Cast Artistico
Michele Riondino
Alessio Vassallo
Andrea Tidona
Fabrizio Pizzuto
Beniamino Marcone
Sarah Felberbaum
Adriano Chiaramida
Alessio Piazza
Maurilio Leto
Giuseppe Santostefano
Carmelo Galati
Massimo De Rossi
Cast Tecnico
REGIA Gianluca Maria Tavarelli
SOGGETTO Francesco Bruni, Andrea Camilleri
SCENEGGIATURA Francesco Bruni, Andrea Camilleri, Salvatore De Mola, Chiara Laudani, Leonardo Marini
Tratta dai racconti di Andrea Camilleri, dalle raccolte “UN MESE CON MONTALBANO”, “LA PRIMA INDAGINE DI MONTALBANO”, “GLI ARANCINI DI MONTALBANO” “LA PAURA DI MONTALBANO”, edite da Arnoldo Mondadori Editore.
FOTOGRAFIA Lorenzo Adorisio
MONTAGGIO Alessandro Heffler
MUSICHE DI Composte, orchestrate e dirette da Andrea Guerra
SCENOGRAFIA Luciano Ricceri
COSTUMI Claudio Cordaro
ACCONCIATURE Massimiliano Gelo
TRUCCO Barbara Pellegrini, Mauro Meniconi
SUONO Fulgenzio Ceccon, Maurizio Miani
CASTING Barbara Daniele, Natalia Fago
PRODUTTORE ESECUTIVO Gianfranco Barbagallo
PRODUTTORE RAI Erica Pellegrini
PRODUTTORE DELEGATO PALOMAR Gloria Giorgianni
PRODOTTO DA Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti
UNA CO-PRODUZIONE Rai Fiction – Palomar
Il giovane Montalbano 1
Salvo Montalbano è ormai uno di noi. Seguiamo da anni le sue avventure, partecipiamo alle sue indagini come fossimo parte del commissariato di Vigàta, e pensiamo di sapere tutto di lui, come se fosse un componente della nostra famiglia. Ma non è così.
Montalbano non è stato sempre il responsabile del commissariato di Vigàta. Non ha sempre abitato nella splendida casa in riva al mare di Marinella. Non è sempre stato l’amico fraterno di Augello. E soprattutto non è sempre stato il fidanzato di Livia. Fa impressione pensarlo, proprio perché di lui crediamo di sapere tutto, come di una persona di famiglia. Ma proprio come una persona di famiglia, anche Montalbano può ancora riservarci qualche interessante sorpresa.
Perché il Montalbano che conosciamo e che amiamo è, come tutti, il risultato di una serie di esperienze vissute nel periodo più delicato della vita: la giovinezza. Un periodo in cui si impara a essere quello che si è, in cui si capisce di chi ci si può fidare e di chi temere anche il minimo contatto. In cui si impara ad amare e a odiare, in cui si comprende il modo di agire delle persone, e, nel caso di un poliziotto, in cui si comincia a capire la mentalità dei criminali.
Questa serie, ambientata all’inizio degli anni Novanta, racconta quindi come si è formato il mondo di Montalbano come lo conosciamo: dal suo primo incarico nel paese di montagna di Mascalippa, al trasferimento a Vigàta, dove Montalbano aveva già vissuto qualche tempo da ragazzo. Approfondiremo il difficile rapporto del commissario col padre, scopriremo gli inizi della sua amicizia con Augello, assisteremo al colpo di fulmine con Livia – che segue la relazione a distanza con Mery – e allo sbocciare della loro complicata relazione, insomma, capiremo come e perché Montalbano è diventato quel personaggio così vero e completo che tutti conosciamo e amiamo.
Ma in questa serie Montalbano non è solo un giovane che diventa uomo, è anche un commissario che già alle prime armi dimostra la sua abilità nel risolvere casi intricati, costruiti a partire da alcuni racconti di Camilleri, in cui lo spettatore ritroverà le atmosfere e i procedimenti investigativi a cui è abituato.
E non poteva certo mancare, nella costruzione del mondo di Montalbano, il fidato Catarella, l’agente tenero e imbranato che non azzecca un cognome neanche per sbaglio. Il suo rapporto speciale con l’amato commissario è noto e rappresenta una spina dorsale della narrativa camilleriana. Ma perché Montalbano e Catarella sono così legati? E come mai il commissario sopporta con rassegnazione gli strafalcioni del centralinista?
A queste e altre domande i 6 film daranno una risposta, per far sì che gli spettatori italiani conoscano il loro amatissimo commissario “pirsonalmente di pirsona”.
Foto © Fabrizio Di Giulio
Episodio 1
La prima indagine di Montalbano
Nell’autunno del 1990, Salvo Montalbano è un giovane vicecommissario in servizio a Mascalippa, uno sperduto paese di montagna della Sicilia più segreta. Il suo superiore è Libero Sanfilippo, un commissario saggio ed esperto, che gli insegna come muoversi nelle indagini più intricate. Ma il carattere di Montalbano, insofferente alle regole e attento più all’umanità delle persone che alle apparenze, si manifesta già in questo suo periodo di apprendistato: nell’indagine sull’omicidio di Casio Alletto, un mezzo delinquente con precedenti per furto di bestiame, Montalbano sa benissimo che il colpevole non può essere il pastore Tano Borruso, l’unico in paese a possedere un paio di scarponi chiodati simili a quelli usati per uccidere l’Alletto. Lo sa perché crede di conoscere gli uomini, e Tano Borruso non è un assassino. Quando viene promosso vicequestore a Palermo, Sanfilippo potrebbe proporre a Montalbano di sostituirlo come commissario a Mascalippa. Ma Sanfilippo si rende conto che il suo giovane e dotato allievo mal sopporta il freddo di quel paese di montagna e soprattutto soffre la lontananza dall’amato mare, e dalla cucina di pesce. Così chiede al ministero che anche lui venga trasferito. Il giovane vicecommissario è fidanzato con Mery, un’insegnante che lavora a Catania e che lo raggiunge per il fine settimana. Salvo vuole molto bene a Mery, ma è a disagio quando la ragazza vorrebbe dare alla loro relazione l’aspetto di un matrimonio, o perlomeno di una convivenza. Ed è proprio Mery che, grazie a uno zio che lavora al ministero, che rivela a Salvo la sua prossima destinazione: commissario capo a Vigata. Per Montalbano si tratta di un ritorno, dal momento che proprio a Vigata, città di mare in provincia di Montelusa, il giovane commissario ha passato l’infanzia dopo la morte della madre. E a Vigata vive ancora il padre di Montalbano, con cui Salvo non sembra avere un buon rapporto. Però Vigata è sul mare, e questo è sufficiente per riempire di gioia l’animo del commissario. Che riesce subito a trovare un ristorante che soddisfa pienamente le sue richieste. Vede anche una casa sul mare che gli piacerebbe affittare, ma Mery lo dissuade: chissà quanto costerà… Montalbano ci lascia il cuore, in quella casa, e per il momento si adatta nella foresteria del nuovo commissariato. Qui fa la conoscenza di Carmine Fazio, un esperto agente che gli è di grande aiuto: Montalbano infatti deve scontrarsi con le difficoltà di un ragazzo di trent’anni a cui viene affidato un ruolo di responsabilità. Ma Montalbano trova nel commissariato di Vigata quella famiglia che forse non ha mai avuto. E trova anche un fratello minore di cui il questore gli chiede di occuparsi: Agatino Catarella, un poliziotto rimasto orfano, dall’animo semplice. Catarella si rivela subito estremamente grato al commissario che, sorvolando su certi suoi problemi con la comprensione dei nomi, lo prende sotto la sua protezione e gli assegna il delicato compito di centralinista del commissariato. In poco tempo, Montalbano è riuscito a risolvere il caso dell’omicidio Alletto a Mascalippa, scagionando il pastore Borruso e trovando il colpevole, e al tempo stesso ha avuto il suo battesimo del fuoco a Vigata: sventa il piano di una ragazza, Viola, che voleva punire il malvivente che l’aveva violentata, ma al tempo stesso fa in modo di arrestare il responsabile della violenza. È nato il Montalbano che conosciamo: il poliziotto capace di inventarsi mille modi, non sempre ortodossi, per assicurare alla giustizia i colpevoli.
Episodio 2
Capodanno
Sono già un paio di mesi che Montalbano è a Vigata. Abita ancora in albergo, all’Hotel Pirandello, ed è qui che, proprio la notte di Capodanno, viene commesso un omicidio. Il 1991 quindi comincia pieno di lavoro per il giovane commissario, che si dimentica – o ha preferito evitare – di fare gli auguri al padre, che abita a Vigata ma con cui Salvo sembra non voler avere nulla a che fare. Tanto che quando, qualche giorno dopo capodanno, il padre regala a Salvo una cassetta di bottiglie del vino prodotto nelle sue vigne, il giovane commissario lo regala ai componenti della sua squadra. Per lui, al primo incarico di responsabilità, quel commissariato è ormai diventato una famiglia: oltre a Carmine Fazio e a Catarella ormai lo seguono e lo rispettano anche Gallo e Paternò, fedeli agenti; e una bella amicizia è nata col giornalista indipendente Nicolò Zito. Con il dottor Pasquano, il medico legale, invece, Montalbano non riesce a prendersi: i due non perdono occasione per discutere e punzecchiarsi. Ma l’impressione è che in fondo si divertano a prendersi continuamente in giro… Ma Montalbano è anche un abile poliziotto, e risolve complicati delitti che subito mettono alla prova le sue capacità investigative e di comprensione degli esseri umani. E proprio durante le indagini sull’omicidio avvenuto nell’albergo in cui provvisoriamente abita, Montalbano fa la conoscenza con Pasquale Cirrinciò, un giovane ladruncolo sorpreso a rubare in una casa sul mare a Marinella. Proprio la casa di cui Montalbano si è innamorato e in cui sogna di vivere. Per fortuna, i proprietari non la usano e quindi volentieri decidono d’affittarla al giovane commissario. Adelina, la madre di Pasquale, si offre di aiutare in casa, e Montalbano scopre con piacere che la donna è anche una cuoca sopraffina. Tutto bene, dunque? No, perché Mery è felice che Montalbano non abiti più in albergo, ma quando comincia a voler “personalizzare” la nuova casa, e prospetta l’ipotesi di andare a vivere con lui, Salvo si sente mancare l’aria. Anche se vuole molto bene a Mery, cerca di posticipare quel momento, ma la ragazza si rende conto che l’uomo che ama non sopporta l’idea di averla intorno. I due così litigano e quella storia d’amore, che aveva resistito al freddo e alle montagne di Mascalippa, si scioglie al sole abbagliante di Vigata. Montalbano si comporta come un giovane uomo di trent’anni alle prese con le prime vere difficoltà della vita. Ma mentre nel lavoro si dimostra maturo e capace, nei rapporti con le altre persone, soprattutto con le donne, emerge quel carattere aspro e solitario che solo la maturità riuscirà ad addolcire. Per ora, Salvo Montalbano è un ragazzo alla ricerca di sé stesso, e dell’amore.
Episodio 3
Ritorno alle origini
Per il suo carattere difficile, per il suo innato bisogno di autonomia e solitudine, Salvo ha visto finire il suo rapporto con Mery, la sua fidanzata fin dai giorni di Mascalippa. E proprio mentre sta metabolizzando la fine di quest’amore arriva Mimì Augello, il nuovo vicecommissario, un donnaiolo incallito e impenitente. Mimì non potrebbe essere più diverso da Salvo, e il rapporto all’inizio è difficile. Anche perché Augello ha messo gli occhi su Livia, una ragazza entrata nella vita di Montalbano per via di un caso difficile su cui si trova a indagare, il rapimento lampo della piccola Laura Belli. Livia è un’amica della madre della bambina. Vive a Genova, e dimostra subito un interesse nei confronti del timido e scostante commissario capo. Nonostante la corte spietata cui la sottopone Augello, Livia sceglie Salvo. E Salvo ci riprova. Sicuro che Livia, a differenza di Mary, saprà rispettare i suoi spazi e la sua libertà. La risoluzione del caso del rapimento della bambina farà capire a Montalbano che Mimì Augello, oltre alle doti di seduttore, è anche un bravo poliziotto, ma soprattutto un amico. A dargli motivo di preoccupazione è invece Carmine Fazio, che, durante un’operazione, ha un malore. Forse è giunto il momento, per il fedele e saggio ispettore, di ritirarsi. È in questa dolorosa occasione che Montalbano fa la conoscenza di Giuseppe Fazio, il figlio di Carmine, un ragazzo sveglio che sta studiando per diventare ispettore anche lui. Con l’entrata in scena di Augello e Livia e con la comparsa del giovane Fazio, il mondo che siamo abituati a vedere intorno a Salvo ha preso definitivamente la sua forma. Quello che ancora deve formarsi è il commissario Montalbano. Per ora, ha trovato l’amicizia e forse l’amore, ma deve ancora trovare sé stesso.
Episodio 4
Ferito a morte
I mesi passano, e il giovane Montalbano si mostra sempre più sicuro nel reggere la famiglia del commissariato di Vigata. Se Carmine Fazio è sul piede di partenza, vista la domanda di pensione fatta in seguito al malore capitatogli in servizio, da un po’ si è aggiunto alla squadra il vicecommissario Mimì Augello, belloccio e donnaiolo, che però ha subito saputo conquistarsi l’amicizia del suo capo. Il giovane commissario sembra essersi un po’ addolcito grazie a Livia, che sa stargli accanto senza fargli pesare il suo bisogno di autonomia e di libertà. Livia è molto intelligente, e le basta poco per capire che il carattere duro e scontroso che spesso manifesta il suo amato Salvo deriva da un rapporto difficile col padre, un imprenditore vinicolo che vive a pochi chilometri da Vigata, ma che per Salvo è come non esistesse. Quando il padre va a trovare Salvo nella casa nuova il giovane Montalbano è alle prese con un caso molto complicato, l’omicidio di un usuraio che sembra però nascondere moventi più passionali. Livia fa amicizia con il padre di Montalbano, ma quando Salvo torna e vede il padre in atteggiamento amichevole con Livia reagisce male. Liquida rapidamente il genitore e si chiude in sé stesso, infastidito dalla sua invadenza dell’uomo. Nel frattempo Carmine Fazio ha visto accettata la sua domanda di pensionamento. Il dispiacere di Montalbano di perdere un collega e un amico così importante è mitigato dalla possibilità che il giovane e sveglio figlio di Carmine, Giuseppe, possa sostituire il padre nel commissariato di Vigata. Livia alla fine riesce a far confessare a Salvo il motivo per cui ce l’ha tanto col padre: alla morte della madre, Montalbano scoprì che l’uomo, con la scusa di frequenti viaggi d’affari, passava gran parte del suo tempo con un’altra donna, con cui aveva anche dei figli. Per Salvo, quel tentativo tardivo del padre di recuperare un rapporto con lui è solo un modo per lavarsi la coscienza, per farsi perdonare un’infanzia che Montalbano ha vissuto senza il riferimento di una figura paterna. Certi traumi infantili non sono facili da superare. Ma parlarne, come finalmente ha fatto Salvo con Livia, può aiutare a sopportarli. Anche così si diventa uomini.
Episodio 5
Il terzo segreto
Sono lontani i giorni in cui il giovane Montalbano tremava dal freddo sulle montagne di Mascalippa, sperduto paese di montagna della Sicilia più segreta. È passato qualche mese da quando gli è stato affidato il comando del commissariato di Vigata e le abitudini del nostro amato commissario sono ormai stabilite: nuotata nel mare davanti casa, a Marinella, pranzo e cena da Calogero, oppure a casa con le prelibatezze che gli cucina Adelina, e totale immersione nel lavoro. I casi che gli capitano a Vigata sono molto particolari: alcuni che raccontano una ferocia inaudita, come l’omicidio di un giovane muratore albanese per convincere l’imprenditore edile ad accettare la protezione di una famiglia mafiosa. Altri invece rivelano un’umanità quasi dolente, come il furto della bacheca matrimoniale del comune per evitare un matrimonio. Montalbano si muove tra questi due estremi con l’autorevolezza dell’istinto da poliziotto e con l’ingenuità della sua giovane età, ma sempre facendosi coinvolgere al 100 %, Tanto che gli capita di dimenticarsi di Livia, la ragazza genovese che ha sostituito nel suo cuore Mery. Rispetto a quest’ultima Livia lascia sicuramente più spazio al carattere aspro e a volte scontroso del giovane Montalbano. Ma forse, proprio per questo suscita la gelosia del commissario. Che s’immagina una tresca fra Mimì Augello e la stessa Livia, e per sventarla rischia di dimostrarsi ridicolo. Intanto il rapporto col giovane Giuseppe Fazio, figlio di quel Carmine che ha accolto Montalbano a Vigata, da esperto ispettore, e che l’ha aiutato all’inizio della sua esperienza di commissario capo, rischia di cominciare col piede sbagliato. Il giovane Fazio, che sostituisce il padre andato in pensione, ha un carattere molto meno accondiscendente di Carmine, e, esattamente come Montalbano, deve ancora trovare l’equilibrio che gli permetterà di essere un ottimo poliziotto e un adulto maturo. Ma sia Giuseppe che Salvo hanno qualcosa in comune: l’umanità e la sensibilità di chi ritiene che chiunque meriti il diritto di avere giustizia. Ed è su questo terreno comune che presto si ritroveranno. Un altro componente del commissariato occupa un posto nel cuore del commissario. È Catarella. Durante le indagini su un caso di omicidio, Montalbano è costretto a ricorrere al centralinista per una missione molto importante. E l’agente ripaga la fiducia del commissario comportandosi da poliziotto vero, rischiando la vita. Anche guardare in faccia la morte delle persone a cui vuoi bene è un passo importante per crescere.
Episodio 6
Sette lunedì
Salvo e Livia hanno finalmente deciso di prendersi una settimana tutta per loro. Andranno in Provenza, che in ottobre è splendida. Sarà la loro prima vacanza insieme: si conoscono da poco, e hanno bisogno di stare un po’ da soli, in un paesaggio romantico e da sogno. Quasi come un segno di buona volontà – il giovane Montalbano vorrebbe cambiare, perdere certe asprezze e somigliare di più a una persona normale – Salvo accetta di andare a trovare suo padre insieme a Livia. Ma quando ce l’ha di fronte, il commissario non riesce a sentire nulla verso il padre. Non può perdonargli il male che gli ha fatto quand’era piccolo. E Livia lo capisce, anche se apparentemente sorvola sul disagio provato in quell’incontro fra due sofferenze. Si avvicina quindi il momento della vacanza, in cui Montalbano spera anche di non pensare al rapporto difficile col padre: ora che vivono così vicini non sarà facile non incontrarsi. Peccato che il giovane commissario sia alle prese con due casi molto complicati. Non è tanto l’omicidio di Attilio Gambardella, che si rivelerà presto qualcosa di più del parricidio che sembra all’inizio, a turbare il sonno di Montalbano. Gli omicidi passionali, o quelli in cui l’interesse economico è il movente principale, comincia a sentirli come il proprio pane quotidiano. Quello che lo spaventa è il fervore religioso, il fanatismo dogmatico. E sembra rimandare a quel mondo oscuro e cupo la sequenza di uccisioni di animali che per sette lunedì si ripete con preoccupante regolarità. Montalbano capirà che si tratta di un crescendo e che il fanatico serial killer di animali sta puntando a qualcosa di più: a una strage di persone innocenti. Per sventare questo piano, Montalbano è costretto a chiedere a Livia si rinunciare a quella vacanza tanto attesa. Ma Livia non ha nessuna intenzione di rinunciarvi, e parte lo stesso. Con chi, Montalbano non lo sa. O meglio, grazie a Catarella riesce a scoprirlo. È un uomo, sembra, o perlomeno un nome tedesco apparentemente maschile. Roso dalla gelosia, Montalbano, risolto il caso dei “Sette lunedì”, vola a Boccadasse per attendere al varco la fidanzata a cui è bastato così poco per diventare fedifraga. Ma una bella sorpresa attende il giovane e irruento commissario. Non sempre quel che sembra è quel che è. È sempre meglio tenerlo a mente, commissario Montalbano…
Cast Artistico
Michele Riondino
Alessio Vassallo
Andrea Tidona
Beniamino Marcone
Fabrizio Pizzuto
e con Sarah Felberbaum
Serena Iansiti
Alessio Piazza
Maurilio Leto
Giuseppe Santostefano
Maurizio Bologna
Cast Tecnico
REGIA Gianluca Maria Tavarelli
SOGGETTO Francesco Bruni, Andrea Camilleri
SCENEGGIATURA Francesco Bruni, Andrea Camilleri, Salvatore De Mola, Leonardo Marini
Tratta dai racconti di Andrea Camilleri, dalle raccolte “MORTE IN MARE APERTO ED ALTRE INDAGINI DEL GIOVANE MONTALBANO” edita da Sellerio Editore, “CAPODANNO IN GIALLO” edita da Sellerio Editore, “UN MESE CON MONTALBANO”, edita da Arnoldo Mondadori.
FOTOGRAFIA Marco Pieroni
MONTAGGIO Alessandro Heffler
MUSICHE DI Andrea Guerra
SCENOGRAFIA Luciano Ricceri
COSTUMI Fabio Angelotti
ACCONCIATURE Massimiliano Gelo
TRUCCO Barbara Pellegrini, Mauro Meniconi
SUONO Mario Iaquone
CASTING Barbara Daniele
PRODUTTORE ESECUTIVO Gianfranco Barbagallo
PRODUTTORE RAI Erica Pellegrini
PRODUTTORE DELEGATO PALOMAR
Marco Camilli, Margherita Murolo
PRODOTTO DA Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti
UNA CO-PRODUZIONE Rai Fiction – Palomar
Il giovane Montalbano 2
Salvo Montalbano è ormai uno di noi. Seguiamo da anni le sue avventure, partecipiamo alle sue indagini come fossimo parte del commissariato di Vigàta, e pensiamo di sapere tutto di lui, come se fosse un componente della nostra famiglia. Ma non è così.
Montalbano non è stato sempre il responsabile del commissariato di Vigàta. Non ha sempre abitato nella splendida casa in riva al mare di Marinella. Non è sempre stato l’amico fraterno di Augello. E soprattutto non è sempre stato il fidanzato di Livia. Fa impressione pensarlo, proprio perché di lui crediamo di sapere tutto, come di una persona di famiglia. Ma proprio come una persona di famiglia, anche Montalbano può ancora riservarci qualche interessante sorpresa.
Perché il Montalbano che conosciamo e che amiamo è, come tutti, il risultato di una serie di esperienze vissute nel periodo più delicato della vita: la giovinezza. Un periodo in cui si impara a essere quello che si è, in cui si capisce di chi ci si può fidare e di chi temere anche il minimo contatto. In cui si impara ad amare e a odiare, in cui si comprende il modo di agire delle persone, e, nel caso di un poliziotto, in cui si comincia a capire la mentalità dei criminali.
Questa serie, ambientata all’inizio degli anni Novanta, racconta quindi come si è formato il mondo di Montalbano come lo conosciamo: dal suo primo incarico nel paese di montagna di Mascalippa, al trasferimento a Vigàta, dove Montalbano aveva già vissuto qualche tempo da ragazzo. Approfondiremo il difficile rapporto del commissario col padre, scopriremo gli inizi della sua amicizia con Augello, assisteremo al colpo di fulmine con Livia – che segue la relazione a distanza con Mery – e allo sbocciare della loro complicata relazione, insomma, capiremo come e perché Montalbano è diventato quel personaggio così vero e completo che tutti conosciamo e amiamo.
Ma in questa serie Montalbano non è solo un giovane che diventa uomo, è anche un commissario che già alle prime armi dimostra la sua abilità nel risolvere casi intricati, costruiti a partire da alcuni racconti di Camilleri, in cui lo spettatore ritroverà le atmosfere e i procedimenti investigativi a cui è abituato.
E non poteva certo mancare, nella costruzione del mondo di Montalbano, il fidato Catarella, l’agente tenero e imbranato che non azzecca un cognome neanche per sbaglio. Il suo rapporto speciale con l’amato commissario è noto e rappresenta una spina dorsale della narrativa camilleriana. Ma perché Montalbano e Catarella sono così legati? E come mai il commissario sopporta con rassegnazione gli strafalcioni del centralinista?
A queste e altre domande i 6 film daranno una risposta, per far sì che gli spettatori italiani conoscano il loro amatissimo commissario “pirsonalmente di pirsona”.
Foto © Fabrizio Di Giulio
Episodio 1
L’uomo che andava appresso ai funerali
Montalbano e il suo commissariato ormai sono una cosa sola: Augello, Catarella, Gallo, Paternò… Il giovane Giuseppe Fazio è riuscito a sostituire degnamente il padre nel suo ruolo di braccio destro del commissario, ma anche l’ormai pensionato Carmine non è certo sparito, un po’ perché la voglia di fare il poliziotto non gli passerà mai, e un po’ perché Salvo ha spesso bisogno della sua esperienza e della sua competenza.
Competenza che sarà utile anche nel nuovo intricato caso: l’omicidio di Pasqualino Cutufà, un singolare individuo pacifico e innocuo, che, da quando era stato costretto a smettere di lavorare a causa di un incidente in un cantiere, aveva come assidua occupazione quella di andare a tutti i funerali di Vigata. Uno strano omicidio davvero, e trovare anche solo il movente pare un vero grattacapo. Ma il delitto si intreccia con la scomparsa di Giovanna Bonocore, moglie di Ernesto Guarraci, ex imprenditore edile, nonché proprietario del cantiere presso il quale Pasqualino aveva perso la gamba…
Intanto Livia è venuta a Vigata. La relazione col commissario dovrebbe procedere a gonfie vele, ma la giovane donna in quei giorni è particolarmente strana – umore incostante, telefonate furtive… -, tanto che Salvo comincia ad avere sospetti, fomentati dal malizioso Mimì. Salvo inizia a capire che Livia gli racconta piccole bugie; specie quando, con una scusa, lei si allontana per un giorno intero da Vigata. Tutto fa pensare che ci sia un altro uomo…
In questa fase di incertezza, Montalbano nel corso delle indagini fa pure la conoscenza di Stella Parenti, la direttrice di una filiale bancaria di Vigata, che, oltre a dare un’utilissima collaborazione, rivela immediatamente un particolare feeling con il giovane commissario. Una nuova possibilità? Un’alternativa?
Ma la strana situazione con Livia continua, finché lei, sconfessando i torbidi sospetti di Salvo, rivela di avere incontrato a Palermo un suo ex professore, che le ha fatto un’ambiziosa proposta di lavoro: dirigere uno studio di architettura a Toronto. Da una parte Montalbano è sollevato che Livia gli sia più che fedele, dall’altra la prospettiva di un trasferimento della donna in Canada si profila come un ostacolo davvero troppo grosso per la loro relazione. Alla fine però Livia ci ripensa e decide di restare in Italia, non vuole staccarsi da Salvo… E Salvo, in un impulso davvero incontenibile, le chiede di sposarlo. Livia, radiosa, accetta.
Episodio 2
La stanza numero due
Eh sì, Salvo e Livia stanno per sposarsi e sono nel pieno dei preparativi. Hanno già stabilito la data e, con un certo sconforto del promesso sposo, iniziano il corso prematrimoniale con l’inflessibile Don Luigi.
Anche in commissariato c’è un percettibile fermento per queste nozze imminenti; basti pensare a Catarella, che si è pure messo a ricamare con le sue mani d’oro un vero e proprio corredo per l’adorato “dottori”. Anche Mimì è felicissimo del matrimonio ed è diventato di una gentilezza davvero spiazzante per l’amico Salvo, che quasi non lo riconosce.
Solo un evento increspa questa prenuziale armonia fra Montalbano e la sua donna, l’inizio del nostro caso: a sera, durante una passeggiata in riva al mare, Salvo e Livia si imbattono in un incendio. È l’Albergo Panorama che sta andando a fuoco; Aurelio Ciulla, il proprietario, informa il commissario di avere fatto uscire tutti i clienti, tranne uno, che è rimasto bloccato dentro. I pompieri sono in ritardo, e così Salvo, con terrore di Livia, si precipita nell’hotel, sfidando le fiamme. Purtroppo, però, non può fare niente, il fuoco ha invaso tutta la palazzina e il povero cliente muore nell’incendio.
Livia è rimasta assai turbata dal rischio che Salvo ha corso, lo ha visto sparire fra le fiamme… Ma per fortuna Montalbano riesce a tranquillizzarla e le promette che, seppure il suo lavoro non sarà mai perfettamente immune da rischi, non ne correrà mai più di quanto sia necessario. Tutto rientra e Livia è ben felice di riprendere i preparativi del matrimonio e del suo trasferimento a Vigata, che avverrà subito dopo le nozze.
Intanto Montalbano scopre che la matrice dell’incendio è quasi sicuramente dolosa. Si comincia a cercare quale possa essere il movente, e, una volta esclusa la possibilità di una faccenda di “pizzo”, il commissario capisce che quell’incendio era un attentato e che aveva un obbiettivo preciso…
Episodio 3
Morte in mare aperto
Le nozze si avvicinano, e i preparativi procedono a spron battuto. Salvo deve comprare il vestito da cerimonia e sarà Mimì a fargli da consigliere; già, purtroppo Livia in quei giorni non può essere a Vigata, e ne è assai dispiaciuta, perché presto sarà l’anniversario del giorno in cui si sono messi insieme e lei avrebbe voluto tanto festeggiarlo con Salvo.
Montalbano intanto si trova ad affrontare un nuovo caso: Matteo Cosentino telefona al commissariato per comunicare che su uno dei suoi pescherecci hanno un morto a bordo; un incidente, pare, ma la faccenda ha fin dall’inizio contorni piuttosto insoliti. Il commissario va sul peschereccio per indagare: la vittima, il motorista Franco Arnone, è morto per un colpo di pistola partito accidentalmente. La pistola apparteneva a uno dei pescatori dell’equipaggio, Tano Cipolla, che si dispera; racconta che Franco gli aveva chiesto di mostrargli la sua pistola, e, a causa di un movimento brusco dell’imbarcazione dovuto a una forte onda, il pescatore ha perso l’equilibrio ed è partito il colpo. Ma l’ipotesi dell’incidente non sembra del tutto convincente, si indaga sui rapporti fra Tano e la sua bellissima moglie Michela, e soprattutto presto emergono aspetti assai poco trasparenti circa Cosentino e gli affari dei suoi pescherecci.
Ma in questi giorni Salvo ha a che fare anche con un altro problema: il giovane Giuseppe Fazio è stranamente scontroso, sfuggente e addirittura un po’ assenteista. È Carmine, il padre, a dare spiegazioni al commissario: Giuseppe è innamorato di una ragazza, Anita Lodato, che sta vivendo un vero e proprio incubo insieme alla sua famiglia. Anita tempo prima si era messa con un giovane mafioso, Antonio Barreca. Lei non sapeva che fosse un criminale, o meglio, ne ha avuto la certezza solo quando il ragazzo ha dovuto darsi alla latitanza. Da allora lei non ha voluto più avere nulla a che fare con lui. Ma Barreca non ci sta…
Nel frattempo Livia, malgrado le ultime pendenze di lavoro, è riuscita a venire a Vigata, intenzionata a festeggiare l’anniversario con Salvo; tanto da trascinarlo, suo malgrado, a una chiassosa festa mascherata nei pressi di Vigata. Quel giorno, infatti, è anche martedì grasso. Alla festa però Montalbano riconosce il latitante Antonio Barreca e non può davvero lasciarselo scappare. Cerca di tenere Livia lontana, ma lei purtroppo si ritrova ad assistere allo scontro decisivo fra il poliziotto e il criminale. Salvo cerca di arrestarlo, ma Barreca prende la pistola e apre il fuoco… e nella drammatica sparatoria, Salvo per fortuna ha la meglio, rimanendo miracolosamente illeso; Barreca invece stramazza a terra, morto.
L’avere visto tutto questo provoca in Livia una profonda crisi: non aveva mai visto uccidere nessun uomo. Livia capisce che la paura e il pericolo saranno un tormento costante nella loro vita futura. Sconvolta chiede a Salvo un po’ di tempo per pensare e il matrimonio viene sospeso.
Episodio 4
La transazione
Sono passati tre mesi da quando Livia e Salvo hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione. E come spesso accade in questi casi, la riflessione si è trasformata in distacco, lontananza, silenzio. In tre mesi, Salvo non ha mai chiamato Livia, e Livia non ha mai chiamato Salvo. Quando si è giovani, è difficile capire che cosa è giusto fare, e si rischia di rovinare anche le cose belle.
Perfino Augello ora è meno ottimista sulla possibilità di Montalbano di recuperare la sua storia con la ragazza genovese. Tanto che vorrebbe presentargli delle amiche della sua fidanzata del momento. Ma Salvo è malinconico e scostante, tanto che perfino Adelina si accorge che non ha più appetito e si ripromette di preparargli i suoi famosi arancini per farlo stare meglio.
Montalbano si rianima solo quando lavora: e il primo caso che ha per le mani risulta subito molto interessante. Alla Banca Agricola è avvenuto un furto: sono state aperte e svaligiate 60 cassette di sicurezza. Sono tante le cose che fin dall’inizio non quadrano, e per capirci qualcosa di più il commissario si rivolge a Stella, la giovane direttrice della Banca Popolare di Montelusa, che ha conosciuto in un’indagine precedente e che gli è risultata subito molto simpatica. Proprio grazie all’aiuto della ragazza Montalbano capisce che la Banca Agricola è in realtà una sorta di forziere privato dei Sinagra, storici rivali dei Cuffaro…
Ma è un altro il caso che riecheggia con la vicenda personale di Montalbano, ed è quello dell’omicidio di Corrado Militello, un anziano medico in pensione. L’omicidio si rivelerà un caso molto particolare di delitto passionale.
Montalbano, che ha iniziato una relazione con Stella, capisce tante cose, anche con l’aiuto, inaspettato, del padre e di una veggente dai poteri straordinari che compare nel caso dell’omicidio di Militello. All’aeroporto, di fronte alla possibilità di raggiungere Stella che l’ha invitato a Madrid per un weekend di passione, Salvo decide di fare una scelta diversa.
Episodio 5
Il ladro onesto
Ora Montalbano si sente rinato: ha recuperato il suo rapporto con Livia e ha capito che deve dare una svolta alla sua vita. La paura della ragazza ha un suo fondamento: non tutti possono essere abbastanza forti per accettare l’idea che la persona che ami possa rischiare ogni giorno la vita. Quindi Salvo ha preso una decisione: chiede al questore Alabiso il trasferimento a Genova. Per stare più vicino alla sua fidanzata, ma anche per staccare il cordone ombelicale che lo lega alla sua terra, impedendogli di crescere.
Il questore accetta a malincuore di favorire la pratica di trasferimento. In attesa che la macchina burocratica faccia il suo corso, Montalbano deve cercare di non far trapelare la notizia all’interno del commissariato, ma l’impresa si rivela subito impossibile. Le conseguenze sono quelle immaginabili: Catarella vorrebbe seguire il suo commissario a Genova, il giovane Fazio è risentito perché Montalbano non ha parlato chiaramente e Augello, pur lusingato dalla possibilità di ereditare il comando del commissariato, non ci sta a perdere un amico come Salvo.
Per fortuna che ci sono le indagini, che portano tutti a lavorare per la soluzione dei casi. Il primo riguarda la scomparsa di una giovane barista, Pamela. La ragazza, di origini settentrionali, ha una vita sessuale molto attiva e soprattutto libera. È sempre lei che decide quando e come chiudere una relazione. Purtroppo uno dei suoi amanti non l’ha presa bene…
Un altro caso impegna Montalbano: da un po’ di tempo a Vigata avvengono dei furti in casa. Solo che il ladro, un uomo anziano che si muove in bicicletta, ha una coppola in testa e sembra poter entrare dappertutto, non ruba mai più di poche decine di migliaia di lire. Un ladro onesto, insomma, che si appropria solo del necessario per vivere. Montalbano scopre di chi si tratta e starebbe per arrestarlo, seppur a malincuore…
Episodio 6
Un’albicocca
Ormai è quasi tutto pronto: Livia è a Vigata per preparare il trasloco. Salvo dovrebbe aiutarla, soprattutto dovrebbe essere contento di trasferirsi a Genova fra pochi giorni e di lasciare le incombenze del commissariato ad Augello. Ma allora perché Montalbano prende tanto a cuore il caso della morte apparentemente accidentale della giovane e bellissima Annarosa? Forse perché è stato lui, di ritorno da una gita ad Erice con Livia, a scoprirne il cadavere, in un’auto uscita di strada? O forse perché vede Augello un po’ in difficoltà nel gestire un’indagine che si rivela subito molto complicata? O forse semplicemente perché la convinzione di trasferirsi a Genova, così ferma qualche settimana fa, ora vacilla sempre di più? Montalbano sa che non sta solo cambiando città. Sta lasciando un mondo – il commissariato, Vigata, la Sicilia – di cui lui si sente parte integrante. Quello è il suo mondo, il commissariato è la sua famiglia, quella famiglia che lui non ha mai avuto. Ma non c’è tempo per i ripensamenti: risolto con la solita acutezza il caso dell’omicidio della povera Annarosa, Salvo è pronto per salire in macchina e raggiungere Livia a Boccadasse, in attesa della prossima nomina al commissariato della città della Lanterna. Montalbano fa un’ultima nuotata nel suo mare, già caldo anche se non siamo nemmeno a fine maggio, dà un ultimo addio alla casa sul lungomare, sale in macchina e si appresta a risalire la penisola. No, ad andare a salutare i suoi ex colleghi proprio non ce la fa. Solo che quel pomeriggio di maggio del 1992 succede qualcosa di grave, sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci, a pochi chilometri da Palermo. E Montalbano lo scopre quando si accorge che non c’è nessuno per strada. Vigata sembra una città fantasma. Montalbano va in commissariato e vede che i colleghi stanno tutti guardando la TV. Alcuni hanno le lacrime agli occhi, come Catarella, altri lo fissano senza riuscire a parlare. Tutti sono sconvolti. Salvo sa quello che deve fare. Va in quello che è ancora il suo ufficio e chiama Livia. Non può partire. Non ora che la sua terra è stata accoltellata a morte. Livia lo sa benissimo. E sa anche che continuerà ad amare quest’uomo complicato e coerente, anche se li divideranno quasi 1400 chilometri…